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Neolaureati, solo 2 su 10 hanno fatto lavori attinenti al loro percors

Pubblicato

08 Dicembre 2019

Tempo di lettura:

1 minuto

Questo report di AlmaLaurea analizzato su Open non fa che confermare ciò che intuì durante il mio percorso di studi, ciò che ho vissuto di persona in questi anni di attività lavorativa e ciò che mi hanno riferito la stragrande maggioranza dei miei ex colleghi universitari.

Nel 2004 iniziai il mio percorso di studi universitario in ingegneria per l'ambiente ed il territorio cercando di capire cosa chiedeva il mondo del lavoro. Per questo mio approccio, già all'epoca vedevo una forte discrepanza tra ciò che offriva l'università e ciò che chiedeva il mondo del lavoro. In quegli anni maturò in me la convinzione che il settore GIS sarebbe stato quello più promettente pur sapendo che dal punto di vista formativo c'erano(e ci sono) grosse carenze, almeno a livello di formazione universitaria standard.

A parte qualche eccezione, infatti, si parla di Geomatica solo in master di secondo livello, eppure per un ingegnere ambientale il confronto con il territorio, la sua rappresentazione e l'analisi dello stesso è fondamentale e non può passare per un CAD.

A distanza di 15 anni devo purtroppo constatare che nulla è cambiato e quel gap tra domanda ed offerta persiste. E non parlo solo del mio settore ma di tantissimi altri. Sembra che in Italia il mondo universitario e quello del lavoro vivano in due universi paralleli anzicchè coesistere nello stesso universo.


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